venerdì 24 febbraio 2012

L'Oasi del Giglio Scuole di Monta Classiche by Pietro Giglio


Scuole di Monta Classiche

Scuole di Monta Classiche

Le scuole di equitazione portano avanti importanti tradizioni, ognuna con differenti metodi e differenti visioni del rapporto uomo-cavallo.


Utilizzato come strumento di guerra per tutto il Medioevo, il cavallo, estremamente pesante, freddo e per nulla agile, va incontro ad una rapida mutazione con l’invenzione della polvere da sparo e delle armi da fuoco.
Il cavaliere era armato in maniera differente e questo comportò che il cavallo si adeguasse ai nuovi movimenti necessari all’uso di armi quali la sciabola e la lancia leggera.
Era necessario che il cavallo fosse completamente sottomesso e per arrivare a questo venne studiato approfonditamente, divenendo l’oggetto di opere fondamentali nella storia dell’arte equestre.

La Scuola di Equitazione Italiana

Nel rinnovato interesse per l'addestramento del cavallo assume un ruolo di primissimo piano l’Italia rinascimentale.
Nel 1561 Grisone pubblica “Gli ordini del cavalcare”, un trattato completo sull’equitazione, in cui vengono tratteggiati metodi alquanto severi, riconducibili al fatto che ancora in età rinascimentale i cavalli erano diretti discendenti di quelli medievali.
Qualche anno più tardi, Cesare Fiaschi scrive un’altra opera di equitazione intesa, stavolta, nel senso più accademico del termine come eleganza e obbedienza.

La Scuola di Equitazione Francese

La scuola francese nasce successivamente a quella Italiana ed esprime le sue punte più alte con La Broue – autore de “La Cavalerie Française”, in cui si invita ad un addestramento improntato alla dolcezza – e De Pluvinel – al servizio di tre sovrani e decisamente rivolto ad un’equitazione accademica, tesa ad ottenere dal cavallo la massima elasticità possibile – che ci ha lasciato un’opera postuma di importanza fondamentale perché centrata sulla necessità di comprendere individualmente le esigenze di ogni singolo esemplare. Convinzioni riprese e approfondite da William Cavendish, duca di Newcastle, nobile inglese scappato dall’Inghilterra durante il regime di Cromwell e fondatore, a Parigi, di una celebre accademia di equitazione.
Sempre a Parigi grande importanza assume nella prima metà del ‘700 l’accademia fondata da François Robichon de la Guérinière, riorganizzatore delle precedenti teorie e da più parti considerato come il padre dell’equitazione transalpina, e autore di due trattati di stampo illuminista, “L’école de cavaliere” (1735) e “Eléments de cavalerie” (1740).
La Rivoluzione Francese comportò la chiusura delle scuole di equitazione in Francia, in cui veniva praticata l’Alta Scuola, con il cavallo chiamato ad eseguire figure molto complesse fino a dimostrare la totale sottomissione dello stesso all’uomo.
Napoleone, per esigenze militari, riaprì a Versailles una Scuola Nazionale di equitazione nel 1796, fondandone poi ben 11 nei dieci anni successivi, anche se è bene sottolineare che si trattava di un’equitazione puramente funzionale ai campi di battaglia.
Con la Restaurazione si assiste invece alla lenta riapertura delle accademie, anche sotto la spinta di Baucher e del Conte d’Aure.
Il primo fu autore nel 1842 di un testo, “Metodo d’equitazione”, in cui sottolineava l’importanza per il cavaliere di avere il pieno controllo del cavallo, anche ricorrendo a metodi particolarmente duri, salvo poi ricredersi in seguito, con l’invito a rispettare l’equilibrio naturale del cavallo.
Antagonista principale del Metodo Baucher fu il Conte d’Aure, per il quale il cavallo va utilizzato secondo quelle che sono le sue inclinazioni psicofisiche, richiedendo, da parte del cavaliere, una profonda conoscenza dell’esemplare.
Le teorie del generale L’Hotte, vissuto a cavallo fra ‘800 e ‘900, rappresentano una sintesi efficace delle idee dei due grandi predecessori, di cui fu allievo (Baucher e d’Aure).
Montjou in seguito applicò gli insegnamenti di L’Hotte scrivendo tra l’altro un “Manuale di equitazione e di dressage”. Fu anche fondatore di una società per l’equitazione militare.
Suo attivissimo successore fu Wattel che, dopo il primo conflitto mondiale, riaprì il celebre maneggio di Saumur, portando la squadra francese all’oro olimpico nel 1932.

La Scuola di Equitazione Spagnola

Fra le più importanti e prestigiose scuole di equitazione d’Europa la più antica, fondata nel 1729 dall’Imperatore Carlo V, è quella spagnola di Vienna, in cui si applicano tutt’oggi i principi dell’equitazione classica.
La scuola spagnola di Vienna utilizza i cavalli Lipizzani – dal nome della cittadina, oggi dislocata in territorio sloveno, sede delle famose scuderie imperiali –, prodotto dell’incrocio di diverse razze.
La scuola spagnola di Vienna è sopravvissuta indenne prima alla dissoluzione dell’Impero Asburgico alla fine della I Guerra mondiale, grazie agli sforzi del direttore Von der Straten, quindi al secondo conflitto mondiale e alla conseguente spartizione dell’Europa , grazie alla sensibilità del generale americano Patton.

La Scuola di Equitazione di Hannover

Al 1734 risale l’annessione all’Università di Gottinga dell’accademia d’equitazione diretta da Valentino Trichter, poi trasferita circa 150 più tardi ad Hannover, infine definitivamente sostituita dall’Istituto militare d’equitazione fondato a Berlino dal sovrano di Prussia Federico Guglielmo III.
Oggi la Scuola di Hannover, dopo aver superato notevoli difficoltà economiche, è riconosciuta come una delle più apprezzate del mondo.

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